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Angelucci assolto in Cassazione

L'imprenditore non pagò 500mila euro per corrompere l'ex governatore Fitto. Confermato il verdetto d'appello. Dopo 11 anni si chiude una vicenda surreale

Pina Sereni
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Dopo 11 anni finisce, definitivamente, l'incubo giudiziario per Giampaolo Angelucci. La Cassazione ha assolto l'imprenditore della sanità, nonché editore de Il Tempo e di Libero, dall'accusa di aver corrotto con 500mila euro l'ex governatore della Puglia, Raffaele Fitto. La Suprema Corte ha dato seguito alla sentenza della Corte di Appello di Bari che lo aveva già assolto nel 2015 con la formula «perché il fatto non sussiste», fatto che si riferiva ad un finanziamento in chiaro, dichiarato, pubblico, alla lista civica collegata a Fitto e denominata «La Puglia prima di tutto», per ottenere - questa era l'ipotesi d'accusa - un appalto da 198 milioni per la gestione di una decina di residenze sanitarie assistite. Si conclude così una vicenda dolorosa e al contempo surreale che portò addirittura, in primo grado, alla condanna di Fitto a 4 anni di reclusione (la procura di Bari aveva chiesto l'autorizzazione all'arresto che lo stesso Fitto sollecitò, in polemica con l'autorità giudiziaria, autorizzazione che poi non venne concessa dalla Camera). L'accusa era finanziamento illecito ai partiti, corruzione e abuso d'ufficio (venne invece subito assolto per il peculato). Angelucci dopo esser stato addirittura sottoposto agli arresti domiciliari nel 2006, era stato condannato a 3 anni e sei mesi per corruzione e illecito finanziamento. L'imprenditore Angelucci, che si è sempre detto fiducioso dell'operato della magistratura, ha tenuto sempre un comportamento rispettoso della stessa anche quando vi furono accese polemiche sul pm che poi decise di scendere in politica con l'Italia dei Valori per divenire successivamente assessore con Nichi Vendola. Nessun attrito coi pm nemmeno quando il Consorzio San Raffaele e il Gruppo Tosinvest subirono importanti sequestri e confische poi revocati dalla magistratura a seguito delle sentenze di assoluzione. La reazione dell'imprenditore al verdetto della Cassazione è dunque è in linea con quanto affermato in questi 11 anni. In una nota si legge come «il dottor Giampaolo Angelucci appresa la notizia che la corte di cassazione ha confermato in via definitiva la sua assoluzione e quella delle società del gruppo Tosinvest dalle accuse mosse dalla procura di bari, come al momento dell'inizio di questa vicenda ben 11 anni or sono, conferma la piena fiducia nella magistratura». 

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