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Processo Corona, il commercialista: "Fabrizio incassava 130 mila euro al mese in nero"

Fabrizio Corona (foto LaPresse)

Silvia Sfregola
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Fabrizio Corona, tra novembre del 2015 e luglio del 2016, guadagnava circa 130mila euro al mese, tutti rigorosamente in nero. Lo ha spiegato, nel corso del processo per i 2,6 milioni nascosti nel controsoffitto di casa della collaboratrice di corona Francesca Persi (anche lei imputata) e in due cassette di sicurezza Austria, il professor Andrea Perini, docente di diritto penale commerciale e dititto tributario all'Università di Torino. Il professore ha avuto l'incarico da parte della difesa di corona di ricostruire passo passo la contabilità dell'ex re dei paparazzi e delle sue società Fenice (poi fallita) e Atena. Tra il 2015 e il 2016, ha spiegato il docente universitario, Corona non ha fatturato per le serate e gli eventi a cui partecipava e per "altre prestazioni" più di un milione e duecentomila euro. Dato che prova come i soldi murati in casa della Persi e depositati nelle cassette in Austria debbano necessariamente essere stati guadagnati prima del suo arresto del 2013, dopo la condanna da parte del Tribunale di Torino per i fotoricatti all'ex calciatore della Juve David Trezeguet. Il debito che attualmente corona ha maturato con l'Erario ammonta a circa 9 milioni di euro. Ha spiegato ancora l'esperto, anche se "una grossa parte è di sanzioni, ma le sue società - ha aggiunto - hanno pagato 6 milioni di imposte". Anche Corona ha preso la parola nel corso del processo e ha spiegato come catalogava i suoi clienti: sulle sue agende evidenziava in giallo gli appuntamenti e le ospitate che gli avevano portato solo guadagni, in rosa gli impegni per i quali le sue società avevano dovuto anche investire e infine in blu i clienti "che portavano sfortuna" perché non pagavano o non erano affidabili. "La prima cosa che uno deve notare è che ho fatto lavorare una marea di gente - ha aggiunto - e ho raccolto una marea di soldi". L'ex re dei paparazzi ha spiegato anche che aveva "solo 7 mesi di tempo per creare una società", la Atena, dalle ceneri della Fenice che nel frattempo era fallita e "patrimonializzarla". Nello stesso periodo doveva "risolvere anche il problema della casa" di via De Cristoforis, che attualmente è sotto sequestro da parte del Tribuanle sezione misure di prevenzione insieme ai 2,6 milioni di euro, che "era intestata alla Fenice e io - ha spiegato - non ho potuto rogitare perché ero in galera". "Perché pagavo tutto in contanti? - ha aggiunto Corona- Li spendevo perché non li volevo, se avessi voluto fare un reato fiscale li avrei accumulati". "Atena ha pagato regolarmente le tasse - ha concluso ancora corona - avevo bisogno di tempo per finire di pagare le tasse ma non me lo hanno lasciato". Nel corso dell'udienza di oggi avrebbe dovuto testimoniare anche Luigi Favoloso, attuale compagno di Nina Moric, ma la difesa di Corona, dopo averlo convocato per due udienze consecutive, ha rinunciato a sentirlo. "Sono stato accusato in questo processo di avere messo la bomba carta fuori dalla casa di Corona e mi sarei voluto difendere ma non hanno voluto per paura che raccontassi altre cose - si è sfogato - . Non posso spiegare cosa intendo quando parlo di soldi presi in modo illegittimo perché non hanno voluto che lo facessi in aula". Gli avvocati di Corona Ivano Chiesa e Luca Sirotti, che in un primo tempo avevano chiesto la testimonianza di Favoloso, hanno rinunciato quando i giudici hanno spiegato loro che non avrebbero potuto porgli domande sulla vicenda della bomba carta esplosa. L'ex re dei paparazzi aveva accusato in aula Favoloso di essere il mandante di quell'agguato. Adesso il compagno della Moric passa al contrattacco e si dice pronto a querelarlo. "Corona - ha spiegato - prendeva i soldi in modo non illecito, ma illegittimo, hanno avuto paura che raccontassi come". Si tornerà in aula il prossimo 6 giugno per la requisitoria del pm Alessandra Dolci, l'8 giugno la parola passerà alle difese infine il 12 giugno ci sarà spazio per eventuali repliche prima della sentenza.

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