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Crollo della torre piloti a Genova: 10 anni al comandante della Jolly Nero. Pene dimezzate, l'ira dei parenti

Davide Di Santo
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Il giudice Silvia Carpanini ha emesso la sentenza di condanna nei confronti del comandante della nave Jolly Nero, Roberto Paoloni, a 10 anni e 4 mesi di reclusione nel processo sul disastro avvenuto nella notte tra il 7 e l'8 maggio 2013 quando il cargo della compagnia Messina urtò in manovra la Torre di controllo a molo Giano, abbattendola. Nell'incidente morirono 9 persone, altre 4 rimasero ferite. Condannati anche il pilota del porto di Genova Antonio Anfossi a 4 anni e 2 mesi, il primo ufficiale della Jolly Nero Lorenzo Repetto a 8 anni e 6 mesi e il direttore di macchina della nave, Franco Giammoro, a 7 anni di reclusione. Assolto il delegato all'armamento della "Messina", Giampaolo Olmetti, per il quale erano stati chiesti dalla procura 17 anni. In aula la rabbia e le urla delle vittime: "e' una vergogna, assassini!". Assolta anche il terzo ufficiale Cristina Vaccaro, accusata solo di falso. La società Messina è stata ritenuta responsabile dell'illecito amministrativo e nei suoi confronti è stata applicata una sanzione di 1 milione e 50 mila euro.  Condanne dimezzate rispetto alle richieste del pm genovese, Walter Cotugno, al processo per il crollo della Torre Piloti del porto di Genova. Oggi la lettura della sentenza nell'aula bunker del tribunale genovese. Condanne in primo grado per il comandante della nave Jolly Nero, Roberto Paoloni, a 10 anni e 4 mesi di carcere. Per lui la richiesta dei pm era stata di 20 anni e 7 mesi. Assolto invece il delegato all'armamento della società Messina, Giampaolo Olmetti, per il quale erano stati chiesti 17 anni. Per il pilota Anfossi, il primo ufficiale della Jolly Nero Lorenzo Repetto e il direttore di macchina della nave, Franco Giammoro, le richieste ammontavano a 10 anni e 6 mesi. Le condanne emesse sono state invece, rispettivamente, a 4 anni e 2 mesi, 8 anni e 6 mesi e 7 anni di reclusione Paoloni e Anfossi sono stati riconosciuti colpevoli anche per lesioni colpose plurime mentre nei confronti del comandante è stata confermata anche l'accusa di falso ideologico. Tutti gli imputati sono stati condannati al pagamento delle spese processuali, al risarcimento dei danni conseguenti ai reati per cui è intervenuta la condanna alle parti civili e all'interdizione dai pubblici uffici per il tempo della pena. "Non mi fermo, su questo non c'è ombra di dubbio. Né io né i miei avvocati, io voglio giustizia. E questa non è giustizia". Sono le parole di Adele Chiello, la mamma di Giuseppe Tusa, marinaio della guardia costiera, una delle vittime del crollo della Torre Piloti del porto di Genova. Tusa, originario di Milazzo, aveva 30 anni ed era in servizio come radarista della torre di controllo nello scalo genovese la notte del disastro avvenuto a Molo Giano quando la nave Jolly Nero della linea Messina, urtò la struttura causandone il crollo. Oggi, dopo la lettura della sentenza, in aula sono esplose grida di dolore e di protesta da parte dei familiari delle 9 vittime dopo l'assoluzione di Giampaolo Olmetti, il delegato all'armamento della Messina. "I delinquenti sono le società e chi le gestisce - ha detto la donna fuori dall'aula, con una foto tra le mani del figlio - Olmetti è un membro della società, del consiglio di amministrazione. Con libertà assoluta di decisioni, patrimoniali, economiche, in tutti i sensi. Novanta incidenti e avarie della flotta Messina e nessuno ne sapeva niente. Allora stiamo giocando?".

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