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Davide Trentini malato di sclerosi multipla sceglie l'eutanasia e muore in Svizzera

Mina Welby

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"Alle 9 di questa mattina Davide Trentini ha ottenuto l'aiuto medico alla morte volontaria nel rispetto della legge Svizzera #LiberiFinoAllaFine". Ad annunciarlo su Facebook è stato il tesoriere dell'associazione Luca Coscioni Marco Cappato, condividendo un post della pagina "eutanasia legale". Davide Trentini, 53 anni, era malato di sclerosi multipla dal 1993 e aveva deciso di morire perché non vuole "vivere con il dolore addosso" e ritiene che la sua non sia più "una vita da vivere, ma una condanna da scontare". Per questo lui e sua madre Anna, che ha 73 anni e lo sosteneva nella sua decisione, hanno deciso di ricorrere all'eutanasia, "una liberazione, un sogno, una vacanza", e si sono rivolti a Marco Cappato. Al tesoriere dell'associazione "Luca Coscioni" hanno chiesto aiuto per raccogliere la somma necessaria a coprire le spese per l'ultimo viaggio. Ieri Davide era arrivato in Svizzera, accompagnato da Mina Welby. Prima di ammalarsi faceva il barista, amava il calcio e la musica e aveva idee e progetti. Poi, a 27 anni, sono arrivati i primi sintomi e la perdita della sensibilità di un lato del corpo. Col tempo la malattia si è aggravata, diventando sempre più crudele e insopportabile. Davide aveva raccontato la sua storia ai volontari di Soccorso civile, il gruppo fondato da Cappato e Mina Welby con Gustavo Fraticelli per compiere attraverso il sito www.soseutanasia.it un atto di disobbedienza civile: fornire informazioni e assistenza logistica e finanziaria alle persone che hanno deciso di terminare la propria vita. Una decisione che il 53enne aveva preso alla fine dello scorso anno perché da mesi non riesciva più a far nulla, nemmeno mangiare e dormire. Parlava a fatica, facendo lunghe pause. Poteva muoversi sempre meno e qualsiasi movimento, anche il più piccolo, gli procurava atroci sofferenze. Passava le giornate a letto o in sedia a rotelle, con lo stimolo costante ad andare in bagno. Per tenere a bada il dolore era costretto ad assumere più di quindici farmaci al giorno, compreso il metadone. Ma le cure ormai non erano più efficaci. Solo la cannabis terapeutica, fornita dalla Regione Toscana, gli dava sollievo. Davide, ricoverato nella clinica svizzera, era stato sottoposto alle visite mediche di routine prima di poter accedere alla procedura di suicidio assistito. Aveva scelto così, perché "non vedeva davanti a sé nessuna prospettiva, da oltre un anno ormai la sua vita era solo sofferenza". Al suo fianco Mina Welby. Nel 2006 suo marito Piergiorgio, malato di distrofia muscolare, scosse l'Italia con la richiesta di eutanasia all'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Dopo mesi di coinvolgimento del mondo scientifico e giuridico, Welby ottenne legalmente l'aiuto di un medico per staccare il respiratore. Da allora, attraverso Soccorso civile, Marco Cappato ha aiutato altri malati a ottenere il diritto al fine-vita. Il caso più recente è stato quello di dj Fabo, il giovane di Milano accompagnato su sua richiesta in Svizzera per il ricorso al suicidio assistito. Nel 2012 era invece stata aiutata ad andare in Svizzera Piera Franchini, malata terminale di 76 anni. All'attivista radicale Dominique Velati è stato dato aiuto per il pagamento del viaggio per il centro svizzero di assistenza alla morte volontaria. E poi ancora, tra le persone aiutate a interrompere legalmente le terapia in Italia, Giovanni Nuvoli e Walter Piludu.

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