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8 marzo, Mattarella: "Femmicidio è emergenza sociale"

Silvia Sfregola
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La donne sono portatrici sane di pace, per questo vanno difese e incoraggiate. Sergio Mattarella celebra al Quirinale la Giornata internazionale della donna che oggi ha come filo conduttore proprio l'impegno tutto al femminile per riportare la pace in ogni angolo della società e ringrazia le donne italiane per "la loro quotidiana e faticosa attività in favore di una società più equa, più accogliente, più solidale e più integrata." "Coraggio, tenacia, pazienza. E, va aggiunto, lungimiranza. Sono le caratteristiche necessarie per costruire la pace. Le donne le possiedono. Una pace certo che non sia solo il frutto di un temporaneo e precario cessate il fuoco" dice il capo dello Stato davanti a una platea numerosa non solo di donne delle istituzioni italiane, come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, ed europee, come l'Alta Rappresentante dell'Unione Europea per gli Affari Esteri, Federica Mogherini, ma anche studenti e persone della società civile che hanno raccontato la loro storia di donna a 360 gradi. Ilenia Mattiacci, Ufficiale del 3° reggimento Savoia Cavalleria, del Caporal Maggiore Ahlame Boufessas; Azzurra Chiarini, coordinatrice di un programma di empowerment delle donne rurali; Gihan Kamel, ricercatrice di SESAME, e Giuseppina Latella procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria, sono testimonianze importanti, rileva Mattarella perché rappresentano l'impegno dell'universo femminile "il più delle volte silenzioso, che si svolge lontano dai riflettori, tra molti ostacoli, alcune incomprensioni e persino qualche pregiudizio, che resiste contro ogni evidenza". L'inquilino del Colle che oggi ha ribadito come il femminicidio sia "un'emergenza sociale tragica e inquietante" si dice consapevole che "le donne, non solo in Italia, danno alla società più di quanto ricevono in cambio. Ciò nonostante, quella delle donne e un'azione tenace, risoluta e paziente. E, molto spesso, coraggiosa". Mattarella non può che constatare che "le frontiere della pace, della convivenza, della civile sono minacciate ovunque" sia da fenomeni esteri come "come terrorismo internazionale o la ricompensa di posizioni di esagerata competizione nazionalistica" che da "piaghe che rischiano di corrodere, dall'interno, Paesi e società: razzismo, criminalità, emarginazione, miseria, violenza sessuale e violenza domestica". Abbiamo bisogno di pace quindi non solo nei territori martoriati dalle guerre, ma anche "nelle nostre strade, nei nostri quartieri, nelle nostre scuole, persino nelle nostre istituzioni". E a questa emergenza le donne laboriose in tutti gli ambiti della società sanno tracciare la strada di quello che oltre ad essere un processo "è anche una attitudine". Per questo il presidente nel suo intervento esorta il Parlamento a spingere sull'acceleratore affinché "si possa giungere rapidamente a una approvazione definitiva" del disegno di legge a tutela degli orfani di femminicidio, che ha visto il via libera della Camera e attende quello del Senato. "Donne e bambini pagano il prezzo più alto" ricorda il capo dello Stato e "per quei bambini e ragazzi che vedono attraversata e sconvolta la propria vita dalla doppia penosissima condizione di avere la madre uccisa e il padre in prigione, vi è l'urgenza di moltiplicare le attenzioni, e le cure, da parte della società e delle istituzioni". Il femminicidio però continua inesorabilmente a mietere vittime, un fenomeno che secondo Mattarella "va contrastato con fermezza". "La voce delle donne spaventa i violenti perché evoca ed esprime pace" spiega il presidente della Repubblica "l'augurio che rivolgo, oggi, a tutte le donne italiane è che la loro voce sia forte, compatta e ascoltata, nei quartieri, nelle città e nei palazzi delle istituzioni".

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