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Eutanasia, l'appello di dj Fabo a Mattarella: "Fatemi morire"

Katia Perrini
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Un nuovo appello al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedere un intervento sulle scelte di fine vita in Italia, affinché si arrivi a una legge. Fabiano Antoniani, per gli amici dj Fabo, è un ragazzo di 39 anni cieco e tetraplegico in seguito ad un incidente stradale che desidera porre fine a una vita che non ha scelto, immobilizzato in una lunga notte senza fine. Dopo anni di terapie senza esito, «Fabo - spiega l'Associazione Luca Coscioni - ha maturato la precisa consapevolezza di voler porre fine a una quotidianità che non chiama più vita, ma per farlo ha bisogno di aiuto. Ha bisogno che le istituzioni intervengano per regolamentare l'eutanasia e permettere a ciascun individuo di essere libero di scegliere fino alla fine». Il giovane si è così rivolto all'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica che si batte per le libertà civili dall'inizio alla fine della vita, che già aiutò il proprio presidente Piergiorgio Welby ad ottenere aiuto medico «per morire nel rispetto della Costituzione, e che nel 2013 ha depositato in Parlamento la proposta di legge Eutanasia Legale. L'Associazione - fa sapere la nota - ha deciso di aiutare Fabo a raccontare la propria storia e a trasmetterla al Presidente della Repubblica e, attraverso di lui, al Parlamento e all'opinione pubblica». «Chi è Fabo oggi? Un ragazzo cieco e tetraplegico che trascorre la quotidianità in un letto, assistito dalle cure della madre - racconta l'Associazione Luca Coscioni -. Chi era? Un ragazzo che amava la musica, che amava viaggiare (si era trasferito in India), che amava lo sport, le moto e l'avventura. E che ancora ama ricambiato la sua ragazza, Valeria, che presta la sua voce nel video appello rivolto al Presidente della Repubblica. Fabo spiega di non essere depresso, mantiene tutt'ora il senso dell'ironia, ma si sente umiliato dalle proprie condizioni: immobile e al buio, considera la propria condizione insopportabile, consapevole che potrebbe durare per decenni». Il prossimo 30 gennaio, ricorda l'Associazione Luca Coscioni, la Camera discuterà il testo di legge sul testamento biologico. «Questo rappresenta un passo fondamentale verso l'obiettivo per cui l'Associazione si batte: il riconoscimento del diritto di scegliere come e quando terminare la propria vita e interrompere la propria sofferenza», spiega la segretaria dell'associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo. «Siamo in un momento decisivo del tortuoso percorso per regolamentare il fine vita anche nel nostro Paese. Chiediamo il supporto dei cittadini per conquistare un diritto fondamentale per ogni individuo: la libertà di autodeterminazione. Non si può accettare che sia necessario l'intervento di un giudice per affermare questo diritto. È ora che il Parlamento si assuma la responsabilità di una decisione, prima della fine della legislatura», afferma Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni e promotore della campagna Eutanasia legale.

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