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L'accusa di Amnesty International: migranti torturati dalla Polizia

Un rapporto sugli hotspot nel nostro Paese denuncia maltrattamenti e violenze. Raccolte testimonianze anonime. Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza: «È falso»

Silvia Mancinelli
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Salvati da morte certa in mare. Ma poi maltrattati, picchiati, addirittura torturati. È quanto denunciato da Amnesty International in un rapporto sugli Hotspot nel nostro Paese. «Le pressioni dell'Unione Europea affinché l'Italia usi la "mano dura" nei confronti dei rifugiati e dei migranti - denunciano - hanno dato luogo a espulsioni illegali e a maltrattamenti che, in alcuni casi, possono equivalere a torture». A gettare in un unico grande girone dei perfidi i poliziotti, i volontari e le associazioni impegnati ogni giorno nell'accoglienza sulle coste sono 24 testimonianze raccolte in forma anonima da migranti che, tra l'altro, non risiedevano nemmeno negli hotspot. Ventiquattro presunte vittime che non hanno mai denunciato alle autorità i maltrattamenti subiti. Ventiquattro uomini o donne senza un nome, contro gli innumerevoli volti - tutti identificabili - di quanti sono stati salvati, accolti, coperti, sfamati. «Cretinaggini» replicano dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza: «In Italia gli hotspot sono costantemente visitati da un team della Commissione Europea per la verifica costante delle procedure di gestione dei migranti. A questo controllo si aggiungono quelli del Dipartimento della Ps, Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione, Frontex, Europole delle organizzazioni umanitarie Unhcr e Oim che partecipano in tutti gli hotspot alle attività di identificazione e gestione dei migranti». Tutti complici, quindi? «L'approccio hotspot, promosso dall'Unione Europea per identificare migranti e rifugiati al momento dell'arrivo - incalza Matteo de Bellis, ricercatore di Amnesty International - non solo ha compromesso il loro diritto a chiedere asilo, ma ha anche alimentato agghiaccianti episodi di violenza, con l'uso di pestaggi, elettroshock e umiliazioni sessuali, determinati a ridurre il movimento di migranti e rifugiati verso altri Stati membri. Persone traumatizzate, arrivate in Italia dopo esperienze di viaggio strazianti, vengono sottoposte a procedure viziate e in alcuni casi a gravi violenze da parte della polizia, così come a espulsioni illegali». Un abuso anche la «pretesa» di prendere le impronte digitali a tutti i nuovi arrivati «con misure coercitive». Denunce «coerenti e concordanti», sottolineano nel rapporto, sarebbero state fatte anche di arresti arbitrari, intimidazioni e uso eccessivo della forza fisica per costringere uomini,donne e anche bambini appena arrivati a farsi prendere le impronte digitali. «Insieme ad alcuni sindacati delle forze di polizia presenteremo una denuncia contro Amnesty International - dichiara il senatore di FI, Maurizio Gasparri - Nonostante il Viminale abbia smentito categoricamente, questa associazione insiste. Sono dei provocatori, dei mestatori che alimentano un clima di odio nei confronti delle forze di sicurezza che andrebbero ringraziate per quello che fanno anche nella difficilissima gestione della massa di clandestini che da mesi sbarcano in Italia».

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