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"Nessuno" ha ucciso la trans Brenda

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La brasiliana fu coinvolta nello scandalo che travolse l'ex governatore Marrazzo

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Un altro mistero avvolge la Capitale. Il caso Brenda, il fascicolo relativo alla trans brasiliana coinvolta nella vicenda che portò alle dimissioni del presidente della Regione Piero Marrazzo, è stato archiviato. A distanza di sei anni dalla morte della 32enne, il pm romano Rodolfo Sabelli ha messo fine alle indagini. Mancherebbero infatti riscontri probatori capaci di permettere agli inquirenti di continuare a proseguire la pista del presunto omicidio volontario.     LA MORTE E LE INDAGINI La vittima, dopo essere stata coinvolta nella vicenda che vide Marrazzo al centro di una storia di sesso, droga e ricatti, era stata trovata priva di vita in un appartamento in via Due Ponti 180. Il 20 novembre del 2009 era trascorso circa un mese da quando si era diffusa la notizia che Piero Marrazzo sarebbe stato ricattato da 4 carabinieri che sarebbero entrati in possesso di un video che mostrerebbe un incontro tra l'ex presidente della Regione e un trans. Quella notte di novembre, in casa del trans, era divampato un incendio. Le indagini, in un primo momento, puntarono sull'ipotesi dell'incidente dovuto a una candela lasciata accesa e probabilmente caduta in terra, incendiando così un borsone e quindi il resto del piccolo appartamento. Gli inquirenti non trovarono alcun liquido infiammabile, né tracce di acceleratore di fiamma o di mozziconi di sigaretta. L'autopsia effettuata sul corpo della vittima aveva confermato che la morte fosse avvenuta a causa di un'asfissia da ossido di carbonio sprigionatosi nell'incendio scoppiato nella sua abitazione. La tac aveva anche evidenziato che sul corpo di Brenda, all'anagrafe Wendell Mendes Paes, nato in Brasile il 28 novembre 1977, non erano presenti lesioni. Gli inquirenti ricostruirono anche le ore precedenti la morte della vittima. Brenda si era recata nella zona intorno al bowling per prostitursi. Successivamente era tornata a casa in taxi, intorno alle 2 e 30 di notte. I vigili, successivamente erano entrati nel monolocale verso le 4,30, circa 15 minuti dopo che l'incendio era divampato nell'appartamento chiuso a chiave.     IL GIALLO Erano diversi gli elementi che avevano creato un giallo intorno a questa storia. Nell'appartamento gli inquirenti avevano sequestrato anche un computer, trovato nel lavandino di casa, come se fosse stato immerso in acqua, forse per renderlo inutilizzabile. A infittire il mistero era stata anche la morte dell'amico del transessuale, il pusher Gianguerino Cafasso. Il decesso sarebbe avvenuto a causa di una dose massiccia di droga assunta dalla vittima. Inoltre la notte dell'8 novembre 2009 Brenda finì in ospedale dopo essere stata coinvolta in una rissa e aver dato in escandescenze all'arrivo dei carabinieri. In quell'occasione denunciò di essere stata derubata di borsa e cellulare. A creare l'enigma sulla morte della donna erano state anche le parole di numerosi e amici del transessuale. «L'hanno ammazzata, non so chi, ma l'hanno ammazzata. Era depressa, voleva tornare in Brasile», avrebbe affermato tale Barbara.     BRENDA E IL CASO MARRAZZO Brenda era stata coinvolta da un altro trans, Natalì. Lo stesso Marrazzo ammise: «Mi sembra di aver avuto solo due incontri con lui». La trans, il 2 novembre, era stata ascoltata in qualità di testimone anche dall'aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli, i magistrati che cercavano di chiarire, tra l'altro, la questione dell'esistenza di un secondo video in cui apparirebbe Marrazzo.  

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