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Papa Francesco prega per la pace e i migranti

Benedizione urbi et orbi Papa Bergoglio

Il messaggio natalizio del Pontefice prima della benedizione Urbi et Orbi: "No a tragedie come Lampedusa. Troppi morti in Siria, serve la fine di ogni violenza"

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«Dona pace alla Repubblica Centroafricana, spesso dimenticata dagli uomini. Ma tu, Signore, non dimentichi nessuno! E vuoi portare pace anche in quella terra, dilaniata da una spirale di violenza e di miseria, dove tante persone sono senza casa, acqua e cibo, senza il minimo per vivere. Favorisci la concordia nel Sud-Sudan, dove le tensioni attuali hanno già provocato diverse vittime e minacciano la pacifica convivenza di quel giovane Stato». Lo ha detto Papa Francesco nel messaggio di Natale e nella benedizione Urbi et orbi da piazza San Pietro gremita di persone da ogni parte del mondo. «Troppe ne ha spezzate» di vite «negli ultimi tempi il conflitto in Siria, fomentando odio e vendetta. Continuiamo a pregare il Signore perché risparmi all'amato popolo siriano nuove sofferenze e le parti in conflitto mettano fine ad ogni violenza e garantiscano l'accesso agli aiuti umanitari. - ha proseguito Papa Francesco - Abbiamo visto quanto è potente la preghiera! E sono contento che oggi si uniscano a questa nostra implorazione per la pace in Siria anche credenti di diverse confessioni religiose. Non perdiamo mai il coraggio della preghiera! Il coraggio di dire: Signore, dona la tua pace alla Siria e al mondo intero. Anche ai non credenti dico di desiderare la pace, tutti uniti». «La vera pace - ha spiegato il pontefice latonoamericano proseguendo nel suo appello e nella sua preghiera per la fine delle violenze nelle zone di guerra del mondo - non è un equilibrio tra forze contrarie. Non è una bella facciata, dietro alla quale ci sono contrasti e divisioni. La pace è un impegno di tutti i giorni, la pace artigianale, che si porta avanti a partire dal dono di Dio, dalla sua grazia che ci ha dato in Gesù Cristo. Guardando il Bambino nel presepe, pensiamo ai bambini che sono le vittime più fragili delle guerre, ma pensiamo anche agli anziani, alle donne maltrattate, ai malatià Le guerre spezzano e feriscono tante vite!». «Tu, Principe della pace - prosegue il Papa - converti ovunque il cuore dei violenti perché depongano le armi e si intraprenda la via del dialogo. Guarda alla Nigeria, lacerata da continui attacchi che non risparmiano gli innocenti e gli indifesi. Benedici la Terra che hai scelto per venire nel mondo e fà giungere a felice esito i negoziati di pace tra Israeliani e Palestinesi. Sana le piaghe dell'amato Iraq, colpito ancora da frequenti attentati». «Tu, Signore della vita - aggiunge il pontefice - proteggi quanti sono perseguitati a causa del tuo nome. Dona speranza e conforto ai profughi e ai rifugiati, specialmente nel Corno d'Africa e nell'est della Repubblica Democratica del Congo». Parole e preghiere del Pontefice anche per la tragedia dell'immigrazione. «Fà che i migranti - chiede il Pontefice - in cerca di una vita dignitosa trovino accoglienza e aiuto. Tragedie come quelle a cui abbiamo assistito quest'anno, con i numerosi morti a Lampedusa, non accadano mai più!». Da Bergoglio poi nel suo messaggio di Natale prima della bendizione "Urbi et orbi" un nuovo invito ad accogliere e a saper recepire la tenerezza di Dio nel cuore. «Cari fratelli e sorelle, in questo mondo, in questa umanità oggi è nato il Salvatore, che è Cristo Signore. Fermiamoci davanti al Bambino di Betlemme. Lasciamo che il nostro cuore si commuova, lasciamolo riscaldare dalla tenerezza di Dio; abbiamo bisogno delle sue carezze. Dio è grande nell'amore, a Lui la lode e la gloria nei secoli! Dio è pace: chiediamogli che ci aiuti a costruirla ogni giorno, nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nelle nostre città e nazioni, nel mondo intero. Lasciamoci commuovere dalla bontà di Dio».   LA MESSA DEL 24 SERA Per Papa Francesco ieri sera è stata la prima messa di Natale a San Pietro come Pontefice. La solenne celebrazione è iniziata attorno alle 21,30. «Questa profezia di Isaia non finisce mai di commuoverci, specialmente quando la ascoltiamo nella Liturgia della Notte di Natale. E non è solo un fatto emotivo, sentimentale; ci commuove perché dice la realtà profonda di ciò che siamo: siamo popolo in cammino, e intorno a noi - e anche dentro di noi - ci sono tenebre e luce», ha detto Bergoglio, presiedendo la messa solenne nella basilica vaticana. «E in questa notte - aggiunge il Pontefice - mentre lo spirito delle tenebre avvolge il mondo, si rinnova l'avvenimento che sempre ci stupisce e ci sorprende: il popolo in cammino vede una grande luce. Una luce che ci fa riflettere su questo mistero: mistero del camminare e del vedere». Il Santo Padre nella sua omelia ha poi detto: «Camminare. Questo verbo ci fa pensare al corso della storia, a quel lungo cammino che è la storia della salvezza, a cominciare da Abramo, nostro padre nella fede, che il Signore chiamò un giorno a partire, ad uscire dal suo paese per andare verso la terra che Lui gli avrebbe indicato. Da allora, la nostra identità di credenti è quella di gente pellegrina verso la terra promessa». «Questa storia - ha aggiunto il Pontefice - è sempre accompagnata dal Signore! Egli è sempre fedele al suo patto e alle sue promesse.Dio è luce, e in lui non c'è tenebra alcuna. Da parte del popolo, invece, si alternano momenti di luce e di tenebra, fedeltà e infedeltà, obbedienza e ribellione; momenti di popolo pellegrino che non vuol essere popolo errante». «Gesù - ha spiegato il Santo Padre - è l'Amore fattosi carne. Non è soltanto un maestro di sapienza, non è un ideale a cui tendiamo e dal quale sappiamo di essere inesorabilmente lontani, è il senso della vita e della storia che ha posto la sua tenda in mezzo a noi». Sempre nell'omelia del Papa un riferimento agli ultimi. «I pastori - ha proseguito Papa Francesco - sono stati i primi a vedere questa "tenda", a ricevere l'annuncio della nascita di Gesù. Sono stati i primi perché erano tra gli ultimi, gli emarginati». «E sono stati i primi - ha aggiunto Bergoglio - perché vegliavano nella notte, facendo la guardia al loro gregge. Loro facevano la vegliaCon loro ci fermiamo davanti al Bambino, ci fermiamo in silenzio. Con loro ringraziamo il Signore di averci donato Gesù, e con loro lasciamo salire dal profondo del cuore la lode della sua fedeltà: Ti benediciamo, Signore Dio Altissimo, che ti sei abbassato per noi. Tu sei immenso, e ti sei fatto piccolo ;sei ricco, e ti sei fatto povero; sei l'onnipotente, e ti sei fatto debole». «La grazia che è apparsa nel mondo è Gesù, nato dalla Vergine Maria, vero uomo e vero Dio. Egli è venuto nella nostra storia, ha condiviso il nostro cammino. È venuto per liberarci dalle tenebre e donarci la luce. In Lui è apparsa la grazia, la misericordia, la tenerezza del Padre», ha spiegato il Papa. Il pontefice ha citato l'apostolo Giovanni: «In questa notte, come un fascio di luce chiarissima, risuona l'annuncio dell'Apostolo, ha detto Papa Bergoglio, citandone le parole 'È apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uominì». Bergoglio ha concluso la sua omelia con queste parole:«In questa Notte - ha detto il Santo Padre - condividiamo la gioia del Vangelo: Dio ci ama, ci ama tanto che ha donato il suo Figlio come nostro fratello, come luce nelle nostre tenebre. Il Signore ci ripete: "Non temete" . E anch'io vi ripeto: Non temete! Il nostro Padre è paziente, ci ama, ci dona Gesù per guidarci nel cammino verso la terra promessa. Egli è la luce che rischiara le tenebre. Il Nostro Padre perdona sempre. Egli è la nostra pace. Amen». Papa Francesco si è fermato con alcuni bambini e dà loro carezze dopo la celebrazione della messa di Natale a San pietro. Bergoglio, dopo la sua omelia e la liturgia, ha dato la sua benedizione, presiedendo stasera la celebrazione solenne di Natale, nella Basilica Vaticana. I bambini si sono recati con dei fiori verso il Presepe, in fondo alla Basilica, accompagnando il Pontefice che portava in braccio la statua che raffigura Gesù bambino. Il bambinello è stato così condotto in processione nel presepe allestito nella cappella del Battistero. Il canto della Kalenda è l'annuncio del Natale che si presenta come una splendida ricapitolazione del compimento dell'attesa universale dell'avvento del Signore. Al termine della Kalenda, è iniziata la processione d'ingresso. Al canto del Gloria, dopo l'intonazione, sono state suonate le campane della basilica con l'accompagnamento dell'organo. In quel momento il Santo Padre è sceso ai cancelli della Confessione per deporre l'immagine del Santo Bambino nella mangiatoia, collocata sul consueto tronetto. Oggi, alle 12, il Papa sarà affiancato dal cardinale Jean Louis Tauran, presidente del pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, e dal cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato Vaticano, per rivolgere dalla Loggia centrale di San Pietro il consueto messaggio natalizio ai fedeli presenti in piazza San Pietro, impartendo al termine la benedizione apostolica Urbi et Orbi.

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