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Spotify fa la guerra alle case discografiche. Ma quotarsi in Borsa non basta

La società di streaming prepara il suo approdo a Wall Street

Carlo Antini
Carlo Antini

Parole e musica come ascisse e ordinate

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Spotify debutta a Wall Street e lancia la sua sfida all'industria discografica. Il CEO della società svedese di streaming musicale ha inviato una lettera ai futuri investitori annunciando che uno dei prossimi obiettivi sarà rendere obsolete le case discografiche, gli "intermediari" tra artisti e pubblico. Ma prima di riuscirci bisognerà capire se sarà davvero in grado di garantire ai musicisti il supporto a medio-lungo termine che viene oggi assicurato dalle etichette tradizionali. Poi bisognerà mettere mano al problema della pirateria visto che 2 milioni di utenti "free" di Spotify sono riusciti a rimuovere le inserzioni pubblicitarie attraverso una versione "piratata" del programma. C'è poi la questione delle app illegali che permettevano di accedere al servizio "premium" usando un account gratuito. Spotify assicura che le app sono state completamente disabilitate ma è indubbio che bisognerà tenere la guardia alta anche in futuro. Senza contare la concorrenza sempre più agguerrita di Apple Music. Il servizio streaming della Mela ha già raggiunto 38 milioni di utenti e sta incrementando il numero ad un ritmo superiore rispetto al rivale svedese. Insomma la quotazione a Wall Street è un passo importante ma il futuro della musica liquida è ancora tutto da scrivere.

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