La vittoria di Gabbani fa calare il sipario sul Sanremo della noia
Con la vittoria di Francesco Gabbani cala il sipario sul Sanremo della noia. A parte la sua scimmia sul palco e il fatto che la canzone sta già funzionando nelle radio, Sanremo 2017 è stato soprattutto il festival dell'anestetico. Calma piatta e assenti tutti. A cominciare dalle belle canzoni. A parte qualche rara eccezione (certamente Ermal Meta, Fabrizio Moro e Fiorella Mannoia) abbiamo ascoltato brani soporiferi in cui la prevedibilità melodica è stata la regina incontrastata. Per compensare gli autori hanno coinvolto i cosiddetti superospiti che di super hanno avuto quasi solo il cachet. Le poche belle sorprese sono arrivate dai giovani. Ma puntare sempre sulla squadra degli emergenti dei talent show vuol dire non avere il coraggio di scoprire davvero cosa succede tra le pieghe della nuova musica italiana. Assente la satira intelligente. Anestetizzanti e fuori tiro gli sketch dei comici. La pax televisiva ha convinto tutti a non dare fastidio a nessuno. Caricature e parodie si sono tenute a debita distanza dal colpire chi il potere lo detiene davvero. Dove sono finiti gli sketch graffianti e pungenti che fanno riflettere? I punti a favore di Carlo Conti e Maria De Filippi sono stati certamente gli ascolti. Anche in questo caso, però, la grande assente è stata la controprogrammazione. Le reti televisive che avrebbero dovuto togliere telespettatori al Festival sono state letteralmente a guardare. L'anestesia è stata totale in un festival durato, come se non bastasse, ben cinque lunghissime serate. Adesso che è finito, chi può inizi a studiare per l'edizione 2018 puntando innanzitutto sulla qualità della musica proposta all'Ariston. Visto che stiamo parlando pur sempre del Festival della canzone italiana. Magari mettendo via l'anestetico e cercando di risvegliare qualche brivido ed emozione in più.