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La Francia lo conferma: l'epoca delle primarie è finita

Carlantonio Solimene
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Benoit Hammon aveva vinto (a sorpresa) le primarie del Partito Socialista francese. Francois Fillon aveva vinto (parzialmente a sorpresa) le primarie dei Republicains. Entrambi sono rimasti fuori dal ballottaggio per la presidenza della Repubblica, a discapito di due candidati lontanissimi dai partiti tradizionali come Marine Le Pen ed Emmanuel Macron. Magari sarà un caso. Come sarà un caso che in Italia da oltre dieci anni nessun vincitore delle primarie per la premiership si è poi seduto a Palazzo Chigi o che a votare per il prossimo segretario del Pd andranno se va bene 1,5 milioni di elettori (contro i tre che votarono Bersani). Però tutti gli indizi portano a pensare che la stagione di questo tipo di consultazioni sia già tramontata. Oggi il consenso non si costruisce più nei gazebo, ma altrove. Di più: partecipare alle primarie dei partiti storici sembra più un modo per sporcarsi con la "vecchia" politica che uno strumento per accreditarsi verso masse di elettori.  E il centrodestra italiano che reclama a gran voce le primarie, sembra arrivato fuori tempo massimo. Come l'appassionato di musica che compra i compact disc invece di scaricare la musica on line. Semmai, bisognerebbe dirgli, è tornato di moda il vinile...

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