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Roma-Milan vista da Massimo Boldi: "Totti ha un futuro da comico"

Carlo Antini
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Chi non se lo ricorda nella parte del ragionier Carlo Verdone mentre cerca di nascondere la sua fede milanista in un improbabile viaggio verso la Capitale in compagnia di due romani e romanisti doc come Maurizio Mattioli e Angelo Bernabucci? O in quella del tassista milanista Silvio Galliani alle prese con una vincita milionaria al Totocalcio? Si tratta di «Fratelli d'Italia» e «Tifosi», entrambi diretti da Neri Parenti. Il protagonista è Massimo Boldi che assicura: «Da allora molte cose sono cambiate». Non la rivalità tra Roma e Milan alla vigilia del big match di stasera che le vedrà affrontarsi per stabilire davvero chi è l'anti-Juve. Massimo Boldi, dove vedrà la partita stasera? «A casa mia. A Milano». A parte le scaramanzie di rito, qual è il suo pronostico? «Sarà un pareggio. Ma non 0-0. Direi 2-2 perché, oltre all'antagonismo, ci vuole divertimento. Roma e Milan sono squadre forti in vetta alla classifica. Farebbero bene a dividersi la posta e poi a giocarsela con le altre». Un pareggio tra Roma e Milan non favorirebbe la fuga della Juve? «Tanto la Juve alla fine vincerà lo stesso. Ha un'organizzazione superiore che fa la differenza». Com'è nata la sua passione per il Milan? «Devo tutto a mio nonno Mario Vitali che, agli inizi del Novecento, vinse i cento chilometri a piedi. Fu uno dei fondatori del Milan Club e da bambino mi portava sempre con lui. Mi mettevo il cappelletto rossonero e andavo. Ho respirato aria di Milan da sempre». Nei suoi film c'è, spesso, il confronto tra nord e sud. Tra Roma e Milano è quasi uno scontro di civiltà o no? «C'è una differenza di crescita. Roma è sempre stata vista come la città corrotta dalla politica. A Milano, invece, si pensa soltanto a lavorare. Ma negli ultimi anni le cose sono cambiate molto. A Milano si lavora meno e Roma è meno corrotta di un tempo». Quindi oggi romani e milanesi si assomigliano? «Ormai sono identici. Sono fratelli d'Italia. Stessi pregi e stessi difetti. Il modo di vivere è lo stesso». E tra romanisti e milanisti che differenze ci sono? «Milan, Inter, Roma o Lazio ormai non fa differenza. Anche il tifo si è globalizzato». Qual è il tifoso romanista che le sta più simpatico? «Senza dubbio Maurizio Mattioli che è simpatico sul serio». Ha mai pensato di fare il calciatore? «Se c'è una cosa che non amo è proprio praticare sport. L'unica attività fisica che mi piace è il sesso. A suo modo è sport anche quello». Qual è il più grande calciatore del Milan? «Van Basten senza dubbio. Ma non dimentichiamo Rivera, Pirlo, Baresi e Maldini». E il migliore della Roma? «Mi dispiace che il Milan abbia venduto El Shaarawy ai giallorossi. È un bocconcino niente male e in campo te lo ritrovi da tutte le parti. Certo Totti è un grande calciatore ma anche un gran casinista». Si spieghi meglio. «Una volta in occasione delle feste di Natale, io e Totti siamo andati con altri vip a visitare i pazienti ricoverati nella sala asettica di un ospedale. Prima di entrare, i medi- ci ci hanno dato le mascherine. Indovini un po' Totti dove l'ha messa? Sugli occhi! Francesco ha un futuro da comico assicurato». Che ne pensa dell'arrivo dei cinesi al Milan? «Spero almeno che ci facciano mangiare sushi (anche se non è cinese). Mi piace e va tanto di moda». Secondo lei il mondo del calcio assomiglia a quello del cinema? «Altro che. Sono entrambi grandi spettacoli di massa e popolari. E poi anche nel cinema c'è la serie A e la serie B ed è tutta una questione di qualità. In genere la serie A è costituita dalle mega produzioni americane. Anche lì si vince solo se ci sono i soldi». In passato lei è stato anche un valido batterista. Ha mai pensato di comporre l'inno del Milan? «All'inno non c'ho mai pensato. Ma forse mi piacerebbe. Chissà. Mai dire mai». 

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